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favola quinta 251

nella preparata camera: dove, data l’acqua alle mani, ciascuno secondo il grado e ordine suo, si pose a sedere a mensa; e con buoni e delicati cibi e preciosi e recenti vini, furono tutti onoratissimamente serviti. Fornita con lieta festa e con amorosi ragionamenti la pomposa e lauta cena, tutti divenuti piú allegri che non erano prima, si levorono dalle mense e al carolare da capo si dierono. E perciò che ormai la rosseggiante aurora cominciava apparere, la signora fece accendere i torchi, e sino alla scala accompagnò il signore ambasciatore, pregandolo che secondo l’usato modo venisse al ridotto: e altresí fece con gli altri. —


il fine della quinta notte.