Pagina:Straparola, Giovanni Francesco – Le piacevoli notti, Vol. I, 1927 – BEIC 1930099.djvu/227


favola seconda 221

che fu, diede il filo ad Adamantina sua sorella minore, imponendole che lo portasse in piazza e lo vendesse, e del tratto di quello comprasse tanto pane: acciò che ambedue potessero delle sue fatiche la loro vita sostentare. Adamantina, tolto il filo e postolo sotto le braccia, se n’andò in piazza per venderlo secondo il comandamento di Cassandra; ma venuta la cagione e la opportunitá, fece il contrario di quello era il voler suo e della sorella: perciò che s’abbattè in piazza in una vecchiarella che aveva in grembo una poavola, la piú bella e la piú ben formata che mai per l’adietro veduta si avesse. Laonde Adamantina, avendola veduta e considerata, di lei tanto se n’invaghí, che piú di averla, che di vendere il filo pensava. Considerando adunque Adamantina sopra di ciò, e non sapendo che fare nè che dire per averla, pur deliberò di tentare sua fortuna, si a baratto la potesse avere. Ed accostatasi alla vecchia, disse: — Madre mia, quando vi fusse in piacere, io baratterei volontieri con la poavola vostra il filo mio. — La vecchiarella, vedendo la fanciulla bella, piacevole e tanto desiderosa della poavola, non volse contradirle; ma preso il filo, la poavola le appresentò. Adamantina, avuta la poavola, non si vide mai la piú contenta; e tutta lieta e gioconda a casa se ne tornò. A cui la sorella Cassandra disse: — Hai tu venduto il filo? — Sí, rispose Adamantina. — E dov’è il pane che hai comperato? — disse Cassandra. A cui Adamantina, aperto il grembiale di bucato che dinanzi teneva sempre, dimostrò la poavola che barattata aveva. Cassandra, che di fame si sentiva morire, veduta la poavola, di sí fatta ira e sdegno s’accese, che, presa Adamantina per le treccie, le diede tante busse, che appena la meschina si poteva movere. Adamantina, pazientemente ricevute le busse, senza far difesa alcuna, meglio che seppe e puote con la sua poavola in una camera se n’andò. Venuta la sera, Adamantina, come le fanciullette fanno, tolse la poavola in braccio, ed andossene al fuoco; e preso de l’oglio della lucerna, le unse lo stomaco e le rene: indi, rivoltata in certi stracci che ella aveva, in letto la mise, ed