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FAVOLA I.

Guerrino, unico figliuolo di Filippo Maria re di Cicilia, libera un uomo salvatico dalla prigione del padre; e la madre per temenza del re manda il figliuolo in essilio. E lo salvatico uomo, fatto domestico, libera Guerrino da molti ed infiniti fortuni.

— Festevoli e graziose donne, ho inteso per fama ed anche veduto per isperienza, un ben servire altrui, quantunque non si riconosca la persona a cui si serve, il piú delle volte ridondare in grandissimo beneficio di colui che fidelmente ha servito. Il che avenne al figliuolo d’un Re; il quale, avendo liberato un salvatico uomo dalla dura e stretta prigione del padre, egli piú volte da violenta morte fu campato da lui: sí come per la presente favola, che raccontarvi intendo, agevolmente intenderete: essortandovi amorevolmente tutte che nel servire non vogliate esser ritrose, perciò che, se da colui che ha ricevuto il servigio guidardonate non sarete, almeno Iddio, rimuneratore del tutto, non lasciará le fatiche vostre irremunerate, anzi parteciperá con esso voi la sua divina grazia.

Cicilia, donne mie care, sí come a ciascheduna di voi puol esser chiaro, è una isola perfetta ed ubertosa, e per antichitá tutte le altre avanza; ed in essa sono molte cittá e castella, che molto piú di quello, che ella sarebbe, l’abbelliscono. Di questa isola ne’ passati tempi era signore re Filippo Maria, uomo saggio, amorevole e singolare; ed aveva per moglie una donna molto gentile, graziosa e bella, e di lei ebbe un solo figliuolo, Guerrino per nome chiamato. Il re d’andare alla caccia vie piú che ogni altro signore si dilettava; perciò che era robusto e forte, e tal esercizio molto li conveniva. Ora avenne che, ritrovandosi in caccia con diversi suoi baroni e cacciatori, vide uscire fuori del folto bosco un uomo salvatico assai grande e grosso, e sí diforme e brutto, che a tutti