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188 notte quarta

canto cominciò maravigliosamente ballare. Di che il re ed i circostanti ne sentivano tanto piacere, che dalle risa non si potevano astenere. Ma affanno e sospizione non picciola crebbe allora alla nequitosa madre ed alle sorelle; perciò che dubitavano forte della vita sua. Finito il canto ed il ballo, l’ugel bel verde cominciò parlare, e disse: — O sacro re, che meriterebbe colui che di duo fratelli ed una sorella la morte procurata avesse? — A cui l’astuta madre del re primamente rispose: — Non altro che il fuoco; — e parimente tutte le altre cosí risposero. Ed allora l’acqua che balla ed il pomo che canta alzorono la voce, dicendo: — Ahi falsa madre, di nequizia piena, te stessa la tua lingua condanna! e voi malvage ed invidiose sorelle con la comare a tal suplicio insieme dannate sarete. — Il che udendo, ’l re rimase tutto suspeso. Ma l’ugel bel verde, seguendo il suo parlare, disse: — Sacra corona, questi sono i tre tuoi figliuoli che sommamente hai desiderati. Questi sono i tuoi figliuoli che nella fronte la stella portano. E la loro innocentissima madre è quella che sino a quest’ora è stata ed è sotto la fetente scaffa. — E fatta trarre la infelice reina del puzzolente luogo, orrevolmente la fece vestire; e vestita che fu, venne alla presenza del re: la quale, quantunque lungo tempo fusse stata prigione, e mal trattata, nondimeno fu preservata nella primiera bellezza; ed in presenza di tutti lo ugel bel verde raccontò il caso dal principio sino alla fine, come era processo. Ed allora conoscendo il re il successo della cosa, con molte lagrime e singulti strettamente abbracciò la moglie ed i cari figliuoli. E l’acqua che balla, il pomo che canta e l’ugel belverde, lasciati in abbandono, in un punto insieme disparvero. E venuto il giorno seguente, il re comandò che in mezzo della piazza fusse un grandissimo fuoco acceso; indi ordinò che la madre e le due sorelle e la comare in presenza de tutto il popolo fussero senza compassione alcuna abbruggiate. Ed il re poi con la cara moglie e con gli amorevoli figliuoli lungo tempo visse; e maritata la figliuola onorevolmente, lasciò li figliuoli del regno unichi eredi. —