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184 notte quarta


Laonde montati a cavallo, si partirono; e tanto cavalcarono, che giunsero ad una ostaria: ed entrativi dentro, addimandorono l’oste, s’egli per aventura saprebbe insignarli il luogo dove ora si trova il pomo, che dolcemente canta. Risposo gli fu di sí: ma che andare non vi potevano, perciò che il pomo era in un vago e dilettevole giardino in guardia ed in governo d’un mortifero animale, il quale con le aperte ali, quanti al giardino s’avicinano, tanti ne uccide. — Ma come dobbiam far noi, — dissero i giovani, — imperciò che deliberato abbiamo di averlo al tutto? — Rispose l’oste: — Se voi farete ciò che io vi dirò, arrete il pomo, nè temerete la velenosa fiera, e men la morte. Prendete adunque questa veste tutta di specchi coperta: e l’uno di voi se la ponga indosso: e cosí vestito entri nel giardino di cui troverete l’uscio aperto: e l’altro resti fuori del giardino, ed in modo alcuno non si lasci vedere. Ed entrato ch’egli sará nel giardino, l’animale subito gli verrá all’incontro; e vedendosi se stesso ne gli specchi, incontanenti in terra caderá; ed andatosene all’albero del cantante pomo, quello umanamente prenderá, e senza guardarsi a dietro fuori del giardino uscirá. — I giovani molto ringraziorono l’oste; e partitisi, quanto gli disse l’oste, tanto operorono; ed avuto il pomo, alla sorella lo portorono: essortandola che piú a sí pericolose imprese strengere non li dovesse. Passati dopo alquanti giorni, il re vide i giovanetti; e fattigli a sè chiamare, li disse: — Qual è stata la cagione, che secondo l’ordine dato non siete venuti a desinare con esso noi? — A cui rispose Fluvio: — Non per altra cagione, signore, ci siamo restati di venire, se non per le diverse occupazioni che ci hanno intertenuti. — Disse il re: Nel giorno sequente vi aspettiamo; e fate sí che in maniera alcuna non ne mancate. — A cui rispose Acquirino che, potendosi da certi suoi negozi sviluppare, molto volontieri vi verrebbono. Ritornato al palazzo, il re disse alla madre che ancor veduti aveva i giovanetti, e che li stavano fitti nel cuore, pensando sempre a quelli che Chiaretta promessi gli aveva; e che non poteva con l’animo riposare, fino a tanto che non venissero a desinare con