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favola terza 181

andando per la terra con alcuni suoi corteggiani spasseggiando, a caso indi passò dove dimoravano i duo fratelli e la sorella; i quali, non avendo ancora veduto nè conosciuto il re, discesero giú dalle scale, ed andorono all’uscio: e trattisi di testa il cappuccio, ed inchinate le ginocchia ed il capo, riverentemente il salutorono. Il re, che aveva l’occhio d’un falcone pellegrino, gli guatò fiso nel viso, e vide che ambeduo tenevano una dorata stella nella fronte; e subito gli venne una rabbia al cuore, che quelli giovani fussero suoi figliuoli. E fermatosi, dissegli: — Chi siete voi? e di donde venete? — Ed elli umilmente risposero: — Noi siam poveri forastieri venuti ad abitare in cotesta cittá. — Disse il re: — Piacemi molto; e come vi chiamate? — A cui l’uno disse: — Acquirino; l’altro disse: — Mi chiamo Fluvio. — Ed io, — disse la sorella, — mi addimando Serena. Disse allora il re: Per cortesia tutta tre a desinare con esso noi dimane vi invitiamo. I giovani, alquanto arrossiti, non potendo denegare l’onestissima dimanda, accettorono lo invito. Il re, ritornato al palagio, disse alla madre: — Madama, oggi andando a diporto, vidi per aventura duo leggiadri giovanetti ed una vaga puncella: e tutta tre avevano una dorata stella nella fronte, che, se io non erro, paiono quelli che dalla reina Chiaretta mi furono giá promessi. — Il che udendo, la sceleste vecchia se ne sorrise alquanto; ma pur le fu una coltellata che le trapassò il cuore. E fattasi chiamare la comare che i fanciulli allevati aveva, secretamente le disse: — Non sapete voi, comare mia cara, che i figliuoli del re viveno, e son piú belli che mai? — A cui rispose la comare: — Com’è possibil questo? Non si affocorono nel fiume? E come lo sapete voi? — A cui rispose la vecchia: — Per quanto che io posso comprendere per le parole del re, i vivono, e del vostro aiuto ci è di bisogno molto; altrimenti, tutte stiamo in pericolo di morte. — Rispose la comare: — Non dubitate punto, madama; che io spero di operar sí, che tutta tre periranno. — E partitasi la comare, subito se n’andò alla casa di Acquirino, Fluvio e Serena; e trovata Serena sola, la salutò, e fece