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180 notte quarta

cagnolini che al lato teneva. Ed avenga che la reina dirottamente piangesse, negando tuttavia averli parturiti, nientedimeno l’invidiose sorelle confermavano esser il vero tutto quello che aveva detto la vecchia madre. Il che udendo, il re molto si turbò, e quasi da dolore in terra cadde; ma poscia ch’egli rinvenne alquanto, stette gran pezza tra il sí e ’l no suspeso, ed al fine diede piena fede alle parole materne. E per che la misera reina era pazientissima, e con forte animo sofferiva la corteggiana invidia, venne al re pietá di farla morire; ma comandò che fusse posta sotto il luoco dove si lavano le pentole e le scutelle, e che per suo cibo fussero le immondizie e le carogne che giú della fetente e sozza scaffa cadevano.

Mentre che l’infelice reina dimorò in quel puzzolente luogo nudrendosi d’immondizie, Gordiana, moglie di Marmiato monaio, parturí un figliuolo, al quale puose nome Borghino; e quello con li tre amorevolmente allevò. Aveva Gordiana per sua usanza ogni mese di troncare agli tre fanciulli gli annodati e lunghi capelli: dai quali molte preziose gioie, e grosse e bianche perle cadevano. Il che fu cagione che Marmiato, lasciata la vilissima impresa di macinare, presto ricco divenne; e Gordiana e i tre fanciulli e Borghino, molto largamente vivendo, amorevolmente godevano. Giá erano venuti e tre fanciulli alla giovenil etá, quando persentiro che di Marmiato monaio e di Gordiana figliuoli non erano, ma trovati in una cassettina che giú per lo fiume scorreva. Laonde molto si ramaricorono; e desiderosi di provare sua ventura, chiesero da loro buona licenza, e si partirono. Il che non fu di contentamento di Marmiato e Gordiana; perciò che si vedevano privare del tesoro che usciva dalle bionde loro chiome e della loro stellata fronte.

Partitisi adunque da Marmiato e da Gordiana l’uno e l’altro fratello con la sorella, e fatte molte lunghe giornate, per aventura tutta tre aggiunsero in Provino, cittá d’Ancilotto re suo padre; ed ivi, presa una casa a pigione, insieme abitorono, nudrendosi del tratto delle gemme, delle gioie e delle pietre preciose che dal capo gli cadevano. Avenne che il re un giorno