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FAVOLA I.


Ricardo, re di Tebe, ha quattro figliuole: delle quali una va errando per lo mondo, e di Costanza, Costanzo fassi chiamare, e capita nella corte di Cacco, re della Bettinia; il quale per molte sue prodezze in moglie la prende.

Vaghe e vezzose donne, la favola da Eritrea nella precedente sera raccontata, mi ha sí di vergogna punto il cuore, che quasi me ne sono restata in questa sera di favoleggiare. Ma l’osservanza che io porto alla nostra signora, e la riverenza che io ho a questa orrevole e grata compagnia, mi stringe e inanima a raccontarne una. La quale quantunque cosí bella non sia come quella raccontata da lei, pur la raccontarò; ed intenderete come una poncella, generosa di animo e di alto valore, a cui fu nelle sue opere molto piú favorevole la fortuna che la ragione, volse piú tosto diventar serva, che avilire la sua condizione: e dopo la gran servitú, di re Cacco moglie divenuta, rimase paga e contenta: sí come nel discorso del mio ragionamento comprenderete.

In Tebe, nobilissima cittá dell’Egitto, ornata de publici e privati edifici, ubertosa di biancheggianti biade, copiosa di freschissime acque ed abondevole di tutte quelle cose che ad una gloriosa cittá si convengono, regnava ne’ passati tempi un re, Riccardo per nome chiamato, uomo saputo, di profonda scienza e di alto valore. Costui, desideroso di aver eredi, prese per moglie Valeriana, figliuola di Marliano re di Scozia, donna nel vero compiuta, bella di forma e graziata molto; e di lei generò tre figliuole, ornate di costumi, leggiadre e belle come mattutine rose. L’una delle quali Valenzia, l’altra Doratea, la terza Spinella si nominava. Vedendo Ricardo Valeriana sua moglie esser in termine di non poter avere piú figliuoli, e le tre figliuole esser in etá di dover aver marito, determinò tutta