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140 notte terza

la volontá di Fortunio ogni ora piú pronta, nè vedendo modo nè via di poterlo rimovere dal suo duro proponimento, tutta accesa d’ira e di sdegno, dielli la maledizione, pregando Iddio che se gli avenisse per alcun tempo di cavalcare il mare, ei fusse dalla Sirena non altrimenti inghiottito che sono le navi dalle procellose e gonfiate onde marine. Fortunio, dall’impetuoso vento del sdegno e dal furor dell’ira tutto spinto, nè intesa la maledizione materna, senza altro congedo prendere dai parenti, si partí, ed indrizzò verso ponente il suo cammino.

Passando adunque Fortunio or stagni or valli or monti ed altri alpestri e salvatici luoghi, finalmente una mattina tra sesta e nona giunse ad uno folto ed inviluppato bosco; e dentro entratovi, trovò il lupo l’aquila e la formica, che per la cacciagione di giá un preso cervo fuor di modo si rimbeccavano, ed in partirlo in maniera alcuna convenire non si potevano. Stando adunque i tre animali in questo duro contrasto, nè volendo l’uno ceder a l’altro, al fine in tal guisa patteggiorono, che ’l giovane Fortunio, che allora eravi sopragiunto, dovesse la loro lite difinire, dando a ciascuno di loro la parte che li paresse piú convenevole. E cosí tutta tre rimasero contenti: promettendo l’uno all’altro d’acquetarsi ed in maniera alcuna non contravenire alla difinitiva sentenza, quantunque ella fusse ingiusta. Fortunio, preso volentieri l’assunto, e con ogni maturitá considerata la loro condizione, in tal guisa la preda divise. Al lupo, come animal vorace e addentato molto, in guidardone della durata fatica assignó tutte l’ossa con la macilente carne. All’aquila, uccello rapace e di denti privo, per rimunerazione sua in cibo offerse le interiora co ’l grasso che la carne e l’ossa circonda. Alla granifera e sollecita formica, per esser manchevole di quella potenza ch’al lupo ed all’aquila è dalla natura concessa, per premio della sostenuta fatica le tenere cervella concesse. Del grave e ben fondato giudizio ciascuno di loro rimase contento; e di tanta cortesia, quanta ei usata gli aveva, come meglio puotero e seppero il ringraziorono assai. E perciò che la ingratitudine tra gli altri vizii è sommamente biasmevole,