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favola seconda 121

e ad un’osteria si alloggiò; e vestitosi di uno bello e ricco vestimento tutto coperto di care e preziose gioie che facevano invidia al sole, e salito sopra il suo fatato cavallo, in piazza al real palazzo se ne gí: dove con tanta destrezza ed attitudine quello maneggiò, che ciascuno stavasi attonito a pensare, nonchè a riguardarlo.

Bellisandra figliuola del re, la quale lo strepito del tumultuante popolo desta aveva, si levò di letto; e postasi ad uno verone che tutta la piazza signoreggiava, vide il leggiadro giovane e la bellezza e prontezza del suo gagliardo e feroce cavallo: e non altrimenti di quello si accese, che arrebbe fatto un giovane d’una bellissima damigella. Ed andatane al padre, sommamente il pregò che per lei comperare lo volesse, perciò che, vedendolo sí leggiadro e bello, era di esso fieramente invaghita. Il padre per sodisfacimento della figliuola che teneramente amava, mandò uno de’ baroni a dimandare il giovane, se gli aggradiva a contanti vender il cavallo, imponendoli convenevole pregio: perciò che l’unica figliuola del re è di quello fieramente innamorata. Il giovane li rispose non esservi cosa sí pregiata e degna, che pagare il potesse: e dimandolli maggior quantitá di danari che non valeva il paterno regno. Il re, inteso l’immoderato pregio, chiamò la figliuola, e dissele: — Figliuola mia, per uno cavallo e per contentamento tuo, del regno privare non mi voglio; però abbi pazienza, e vivi allegramente, che di uno altro piú bello e migliore provederemo noi. — Ma Bellisandra, piú accendendosi dell’amor del cavallo, maggiormente il padre pregava che di quello la contentasse: costa e vaglia ciò che vuole. Dopo molti preghi, vedendo la figliuola non poter commovere il padre che in ciò la compiacesse, partitasi da lui ed andatasi alla madre, come disperata, quasi morta nelle braccia della madre cadde. La pietosa madre, veduta la figliuola di color smarrita, dolcemente la confortò, pregandola che rammaricare non si dovesse: che, partito che fusse il re, ambedue anderebbeno al giovanetto, e mercarebbero il cavallo: e forse, per esser donne, ne averemo miglior mercato. La figliuola, udite le dolci parole