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favola prima 111

incontanente chiamò il tonno, e commessegli che quanto ella gli imponeva, tanto egli facesse. La giovane, avuta la potestá di comandare al tonno, subito li comandò che egli gittasse la botte sopra uno de’ piú belli e piú securi scogli, che sotto l’imperio del padre suo si trovasse; dopo, che operasse sí che Pietro, di sozzo e pazzo, divenisse il piú bello ed il piú saggio uomo che allora nel mondo si trovasse. E non contenta di ciò, ancora volse che sopra il scoglio fabricasse un ricchissimo palazzo con logge e con sale e con camere bellissime; e che di dietro avesse uno giardino lieto e riguardevole, copioso de alberi che producano gemme e preziose perle: in mezzo del quale sia una fontana di acqua freddissima ed una volta de preziosi vini. Il che senza indugio fu largamente essequito.

Il re e la reina, arricordandosi esser sí miseramente della figliuola e del bambino privi, e pensando come le loro carni fusseno giá divorate da’ pesci, forte si ramaricavano, nè mai si trovavano allegri nè contenti. E stando amendue in questo affanno e cordoglio, determinorono, per refrigerare alquanto i passionati lor cuori, di andarsene in Gerusalemme ed ivi visitare la terra santa; e preparata una nave e guarnita di ciò che le conveneva, montorono in nave e si partirono, e con prospero e favorevole vento navigarono. Non s’erano appena cento miglia scostati da l’isola Capraia, che videro dalla lunga un ricco e superbo palazzo alquanto rilevato dal piano, sopra un’isoletta posto. E perchè era molto vago ed al dominio loro soggetto, lo volsero vedere. Ed accostatisi all’isoletta, fecero scala, e giú di nave smontorono. Non erano ancora aggiunti al palazzo, che Pietro pazzo e Luciana, figliuola del re, li conobbero; e scesi giú delle scale, gli andorono incontra, e con strette accoglienze benignamente i ricevettero. Ma il re e la reina, perciò che erano tutti trasformati, non i conobbero. Entrati adunque nel vago palazzo, minutamente lo videro, e molto lo comendorono; e scesi giú per una scaletta secreta, andorono nel giardino: il quale al re ed alla reina tanto piacque, che giurorono a’ giorni suoi non averne veduto un altro che piú li piacesse.