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favola quinta 99

apparecchiato e si nascondi; e poscia lascia l’impaccio a me. — E’ non vi sono in casa tanti sacchi che siano al numero che voi volete, — disse Giliola. Disse allora Ghirotto: — Manda la Cia vicina nostra da messer Simplicio: e fa ch’egli te ne impresti duo: e fa che gli dica che io gli voglio per andar questa sera al molino. — E tanto fu fatto.

Messer Simplicio che ottimamente considerate aveva le parole della Giliola, e veduto come egli aveva mandato a richieder duo sacchi imprestito, credendo veramente che ’l marito se n’andasse al molino, si trovò il piú felice ed il piú contento uomo del mondo: pensando tuttavia che ancor ella fusse del lui, come egli del lei amore accesa; ma non s’avedeva il poverello di ciò che era ordito e tramato contra lui, perciò che forse piú cautamente sarebbe proceduto di quello che egli fece. Messer Simplicio, che nel cortile aveva molti buoni caponi, ne prese duo e de gli migliori; e mandolli per lo suo valletto a Giliola, commettendoli che li facesse cucinare, che verrebbe la sera a lei secondo l’ordine dato. Venuta la buia notte, messer Simplicio nascosamente di casa si partí: ed alla casa di Ghirotto se n’andò: e da Giliola fu graziosamente ricevuto. Vedendo allora messer Simplicio i sacchi pieni della biada, e credendo che ’l marito fosse andato al molino, disse a Giliola: — Dov’è Ghirotto? Io credevo che oramai egli fusse al molino; ma vedendo i sacchi ancor qui in casa, non so che dirmi. — Rispose Giliola: — Messer Simplicio, non vi ramaricate, nè abbiate punto di paura, che ’l tutto passerá bene. Sapiate che nell’ora di vespro venne qui a casa suo cognato, e gli disse come la sorella sua era molto gravata da una continova febbre, e che la non vederebbe dimane. Onde egli, montato a cavallo, se ne è partito per vederla innanzi che la moia. — Messer Simplicio, che ben semplice chiamar si poteva, credendo ciò esser il vero, s’acchetò. Mentre che Giliola s’affaticava di cuocere i caponi ed apparecchiare la mensa, ecco che Ghirotto suo marito sopragiunse nel cortile; ed avendolo Giliola sentito, e fingendo di esser addolorata, disse: — Ahi, miseri noi, che siamo morti! — e senza metter indugio alcuno,