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furon costruite con una lentezza che male s’accorda collo scopo, non è ciò da attribuirsi alla timidità dei capitalisti od all’insufficienza dei mezzi d’esecuzione ma bensì alle più che meschine idee dei proprietarii, e degli apostoli dell’egoismo, che ne hanno ritardato lo sviluppo.

Ha veramente dello strano la prodigalità dei ragionamenti, con cui si è tentato di paralizzare questi grandi lavori di pubblica utilità.

Ci ha chi teme di morire d’asfisia pel fumo della locomotrice. Altri, e son molti, dubitano che il fuoco della caldaja possa incendiare gli alberi e le messi. Vi sono dei proprietarii che temono di vedere un’invasione di viaggiatori nei loro terreni, paragonando così con poco caritatevole raziocinio, le civilizzate popolazioni dell’Europa alle orde di Arabi e di Baschiri!

Seguono poi le proteste di danni, d’interessi, ec. ec., colla giunta di pretese dieci volte maggiori del valore. Ed un acre di terra, pochi