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DA VENEZIA A MILANO 71


Ma l’andamento di questa linea (ha osservato taluno) non potrebbe riuscire giammai il meglio sviluppato a causa de’ diversi accidenti planimetrici che s’incontrano specialmente a Lonato, Desenzano e Peschiera, ove si rinserra la tortuosa valle, e perchè la sua pendenza sarebbe alquanto irregolare e ondulatoria. Sembra infatti che venga dall’oppositore ritenuto dover essere una necessità assoluta quella di far sorpassare alla strada i punti eminenti di Brescia, il piano di Logana presso il lago di Garda, il clivio di Castelnovo presso Peschiera, e l’altro di Caldiero; non senza però convenire che la declività od acclività non risulterebbe mai eccessiva, ed anzi asserendo (non si sa ben come, nè con qual fondamento) ch’essa non eccederebbe mai il 0,50 per 1000, toltone un breve tratto presso l’Oglio; per cui ammessa pure l’indeclinabilità di siffatto inconveniente, non sarebbe egli poi di tal peso da far desistere dall’idea di condurre la strada per la zona più alta, parecchie strade e in Europa e in America costrutte essendosi, superando ostacoli di gran lunga maggiori, e dove la natura del suolo non lasciava adito a varietà di progetti. È poi noto che la medesima strada-modello fra Liverpool e Manchester offre in qualche suo tratto una pendenza non minore di 1 a 96.

Se non che all’idea di condurre la strada per la linea settentrionale occorre tanto meno di rinunziare, in quanto che vi è il modo facile di togliere il difetto della pendenza sviluppando la strada in maniera da renderla pressochè generalmente orizzontale, con poche risvolte di grandissimo raggio, e senza aver punto bisogno di sottostare al grande dispendio del perforamento dei monti o del taglio delle alture, che altrimenti s’incontrerebbero fra Vicenza e Verona, e fra Verona e Brescia.

Ma qui verrà opposto di nuovo che col dare tanto sviluppo alla strada sino a farle evitare quasi tutte le alture, si accrescerà la spesa della sua costruzione, e l’altra della manutenzione successiva e del servigio a tal punto da equiparare ed anzi distruggere tutti quei vantaggi economici ch’essa innegabilmente presenta.

Sul quale proposito è primieramente da avvertire che il maggiore sviluppo della linea non è già così grande come a prima giunta taluno potrebbe crederlo.