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Con questo non intendesi però di stabilire che tenue sarà su questa linea il movimento commerciale, e tenue per conseguenza anche il relativo prodotto. Ciò appena potrebbe venir supposto da chi ignorasse tuttora come il commercio interno presso tutte le nazioni anche le più mercantili supera sempre e di gran lunga nella entità sua il commercio fatto coll’estero. Le notizie statistiche con diligenza raccolte non potranno anche nel caso concreto che convalidarlo; e frattanto quasi a caparra vuolsi far qui una particolare avvertenza sopra un di que’ generi che certamente verranno tradotti come tanti altri per la strada a rotaie di ferro, onde anche per questo solo esempio si rilevi come il prodotto del trasporto celere delle merci incoraggerà non solamente il consumo e per conseguenza la produzione, ma riuscirà pure nel caso nostro di un risultato tutt’altro che lieve. S’intende parlare del trasporto del pesce.

Fatta la strada di ferro centrale ossia la alta, che diffonderà questa mercanzia nelle città e ne’ territorii più popolosi e più ricchi dall’una e dall’altra parte, non può cader dubbio sulla quantità immensa di pesce che vi verrà trasportata, avuto riguardo all’abbondanza di quello che può fornirne Venezia per la pesca ricchissima dell’Adriatico e per le valli da cui è circondata, le quali valli potranno darne assai più ove il consumo si accresca. Si supponga infatti che anche sola una terza parte della popolazione del Regno (che in totale è di circa 4,450,000 abitanti) possa godere del vantaggio di mangiar pesce fresco di mare, o siano abitanti 1,483,000 (numero ch’è molto al disotto della somma delle popolazioni delle provincie percorse od avvicinate dalla Strada), e si limiti il consumo individuale medio di questi abitanti 1,483,000 a sole quattro lire austriache l’anno1. Si avranno 5,982,000 lire austriache di valore di pesce di mare che avrà viaggiato sulla Strada ferrata. Supposto poi in oltre che questo sia il valore di 11,864,000 libbre venete di pesce, e supposto che il prezzo del trasporto sia mediatamente di tre centesimi per libbra, tenue al certo se si pensi alla rapidità del viaggio, la Società proprietaria della strada ricaverà per questo solo genere 355.920 lire austriache d’annuo prodotto2. Qualunque altro poi fosse il calcolo che instituire si volesse, è indubitato che il prodotto, seguitando la strada bassa, non arriverebbe neppure alla metà, molto più che ivi è abbondanza maggiore di pesce d’acqua dolce.

Un altro calcolo non dissimile, e pure assai vantaggioso, potrebbe farsi pel burro fresco che abbonda in Lombardia, e che nelle provincie di Verona, Vicenza, Padova e Venezia scarseggia in guisa che molto se ne trasporta da di là anche adesso, a malgrado della lentezza e del maggior costo del viaggio.

  1. Notisi che i giorni ne’ quali dalla Chiesa è vietato di cibarsi di grasso non sono meno di centoventi per anno.
  2. A Parigi, p. e., sopra una popolazione di 774,000 abitanti, che non è certo da porsi fra quelle che mangiano molto pesce, e che non è neppure molto a portata di averne, dovendolo trarre dalla Manica, si è consumato nel 1835 per 5,589,658 franchi di pesce di mare (oltre al molto di acqua dolce) che fanno franchi 7.22, eguali ad austriache lire 8.3o, per testa ragguagliatamente, ossia oltre la metà di più di quanto si è supposto poter ascendere il consumo delle provincie percorse dalla Strada, appunto perché si volle aver riguardo trattarsi in parte di popolazione che vive in campagna.