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la protesta fatta nella carta prodotta dal sig. Du Bois. Essi vennero uno dopo l’altro al bureau per fare questa dichiarazione, e furono uno dopo l’altro applauditi clamorosamente dall’Assemblea.

Allora il Presidente ordinò la lettura, che venne fatta dei documenti, cioè delle suppliche a Sua Maestà, della Risoluzione Sovrana, delle Istruzioni della Cancelleria Aulica Riunita e degli Statuti.

Dopo la quale lettura, il Presidente ha ripetuta la domanda se alcuno dissentiva da quegli Statuti, il quale dissenso si sarebbe registrato, come fu detto.

Nessuno insorse fuorché il sig. Giacomo Levi del fu Abr. il quale ricordò di aver prodotta una petizione al Tribunale. Ma il socio Consulente gli fece osservare, che doveva adunque lasciarsi ai tribunali il giudizio, e che intanto ciò doveva ritenersi per dissenso ad essere socio ai patti e con quelle persone con cui gli veniva proposto di esserlo, e quindi il suo nome sarebbe notato nel detto registro.

Insorse di nuovo il sig. Du Bois ritenendo in nome dei suoi committenti di aver diritto ad essere socii, senza poter essere obbligati alle condizioni imposte.

Ma di nuovo gli fu risposto dal Consulente, che nessuno può obbligare, nè essere obbligato ad essere socio a condizioni non aggradite reciprocamente, e che sotto la sua responsabilità, s’egli insisterà, si sarebbero iscritti nel Registro suddetto i nomi di quelli ch’egli diceva suoi committenti. Egli doveva dunque dichiararsi nettamente. — Allora dopo aver egli parlato, con suo fratello, sig. Enrico, evitò tale responsabilità, e soggiunse di non intendere di fare altro in nome de’ suoi mandanti, che riferirsi alla sua protesta.

Ma gli fu osservato ch’era necessario dichiarare nettamente in nome de’ suoi committenti, in nome de’ quali egli si presentava, se essi aderivano, o no, al patto sociale.

Allora insorse il sig. Pietro dottor Comarolo, premettendo ch’egli dal canto suo riteneva ben operato dalle Commissioni, e meritavano queste i ringraziamenti di tutti, ma non credeva che si potesse calcolare non socio un dissenziente, il quale può voler esser socio, ed avere diritto nonostante di opporsi a qualche disposizione; che perciò gli sembrava dura l’intimazione, specialmente per gli assenti rappresentati da procuratori, i quali non erano avvertiti di tali comminatorie. Confessò per altro che tali opposizioni non potevano formare soggetto di deliberazione dell’Assemblea attuale, ma essere consegnate unicamente alle Commissioni.

Il Consulente rispose anche a lui, che quanto agli assenti non si voleva certamente che la mala rappresentanza dei loro procuratori portasse loro questo pregiudizio, e che perciò si era domandato al sig. Du Bois s’egli assumevane la responsabilità; che del resto nessun altro, dietro la fatta interpellazione, si era dichiarato dissenziente. In quanto poi alla massima essa era stata abbastanza dichiarata nel Rapporto e nelle precedenti osservazioni di esso Consulente, ed era d’altronde troppo manifesta, per aver bisogno di ulteriori dimostrazioni.

Di nuovo il Presidente domandò se vi fossero dissenzienti, e nessuno rispose.

Anzi il sig. Giacomo del fu Abr. Levi ritirò la sua precedente opposizione, dichiarando che recedeva dalla lite da lui promossa, ed assentiva agli Statuti, la quale dichiarazioni; fu da lui firmata.