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progredire. Speriamo che l’opera nostra vi sarà gradita. Certo noi non abbiamo risparmiato studii e fatiche per condurla a questo punto in mezzo a difficoltà fra le quali la sola costanza nell’amore del patrio e pubblico bene, potea renderci perseveranti.

In settembre 1835 il progetto era un lontano desiderio; in agosto 1837 egli è ormai una realtà, ed una tale realtà, ch’è impaziente delle forme. In aspettazione di queste il tempo fu utilmente impiegato nei lavori d’arte preliminari, nel permesso ottenuto del primo fra essi, il ponte che deve congiungere Venezia al continente; doppia novità che porterà all’impresa i primi tributi della pubblica curiosità e del numerario.

Signori! Ringraziamo Iddio che riservò ai nostri tempi una scoperta che rinnovella il mondo.

Ringraziamo il Monarca, che si affrettò ad assicurarci colla sua Sovrana Risoluzione il privilegio dell’applicazione di quella bella scoperta nel nostro paese a ravvivare il nostro commercio e l’industria medesima, a ringiovanir quest’antica regina del mare, che non vivrà più soltanto delle sue memorie, ed a rendere la ricca Milano anche un porto marittimo.

Ringraziamo S. A. I. R. il Serenissimo Arciduca Vicerè e chi presiede ai Governi de’ nostri paesi che incoraggiarono fin da principio il progetto e non cessarono mai di proteggerlo. — Infine, o signori, siamo concordi. Colla concordia abbiamo innalzato finora il credito della grande impresa alla quale ci siamo accinti. Manteniamo questo bell’effetto con questo bel mezzo, e la nostra Assemblea ch’è spettacolo alla città ed all’Europa, dia loro quello dell’armonia tra di noi, e dell’ardore in ciò solo che tende a raggiugnere più presto lo scopo della nostra unione.

REALI presidente.