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IL PACIFICATORE.




Quante maniere di beltà sonvi in questo mondo! Quante non se ne rinvengono nell’umana forma... Qui l’infanzia, nel suo fiore e in tutta la sua vivezza; là la gioventù colla sua freschezza, e lo sviluppo in tutta la sua perfezione; poi l’età virile colla sua dignità, e nella donna ornata di dolcezza tutte fra loro differenti, e tuttavia ognuna in se perfetta.

Pure nulla avvi di più caratteristico, nulla che offra un’immagine più evidente del cielo quanto la bellezza del vegliardo cristiano. Vera immagine della vaghezza di quelle giornate d’autunno così placide, quando, passati i calori della state, il ricolto è ammucchiato nei granai, e il sole rischiara soavemente le tranquille campagne, il bosco che ingiallisce, sta per compiere l’ultima metamorfosi. La bellezza, di cui noi parliamo è precipuamente morale; e nasce dal dominio dell’animo più che in alcun altra epoca della vita. La poesia non mancò mai di pingerci il vecchio come un vero cristiano; e infatti, è il periodo della vita, in cui le virtù