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— Ma io non poteva metterlo alla porta. L’opinione che aveva di lui, l’ho ancora al giorno d’oggi.
Malgrado ciò era da rimarcare che papà Tim si accontentava al presente di dichiarare in termini generali la sua antipatia per James, senza entrare in dettagli come aveva costume di fare prima, era evidente che il ghiaccio si fondeva, ma questa operazione doveva essere molto lunga se circostanze non ne avessero affrettato lo scioglimento.
Fu verso questo tempo che Giorgio Griswold, il fratello di Grazia di cui noi abbiamo diggià parlato, ritornò al villagio nativo, dopo aver terminati i suoi studi di teologia in un collegio delle vicinanze. È senza dubbio una cosa piena d’interesse quella di seguire lo sviluppo del cuore e dello spirito in un piccolo fanciullo che abbandona il suo luogo di nascita, timido, innocente, per entrare in collegio fino al momento in cui questo ragazzo ritorna nella sua famiglia, uomo fatto di fisico, come di morale. Egli è curioso di comparare quelle lettere tremanti mal fatte con una scrittura svelta, ardita e slanciata; egli è piccante in fine di approssimare allo stile fermo, solido e caratteristico, i primi lineamenti dell’umano pensiero imperfettamente tracciati nello stretto cerchio di una scuola di campagna. Giorgio Griswold offriva il miglior esempio di questa metamorfosi. I due tratti salienti del suo carattere erano una sensibilità estrema congiunta a una grande disposizione alla meditazione. Con queste due disposizioni, si era mostrato da giovane non curante e trascurato; qualche anno fu sufficiente ad operare in lui un cangiamento straordinario.