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mise ad andare e venire noncurantemente per la casa; ma rientro bentosto nella camera ove stava i musicante; poi sortì e rivenne ancora, che James aveva cominciato a suonare Yankee Doodle, quest’aria nazionale composta in onore dei discendenti dei Puritani.

Il patriottismo di papà Tim cominciò a farsi sentire e se non fosse stato quel disgraziato flauto, egli avrebbe seguito più d’una volta i movimenti delle dita agili dell’abile musico.

— Oh! esclamò il buon’uomo incantato, come avete voi potuto apprendere ad eseguire simili pezzi di musica.

— Questo non è difficile, disse James passando ad un’altra aria. Quando ebbe finito, s’arrestò un momento per contemplare il suo istrumento e facendo questo esame disse a papà Tím: “Voi non sapreste credere con qual perfezione il flauto dia il tono... È sempre di questo strumento che mi servò la domenica per dare il tono.

— D’accordo, disse papà Tim; ma io non credo che sia questo lo strumento che si conviene alla casa di Dio.

— Perchè no? il suono del flauto ha la medesima dolcezza degli strumenti ch’egli ha rimpiazzati, io non vedo il perchè non si voglia rendere giustizia al suo merito, convenite almeno ch’egli vale meglio di niente.

— Senza contraddizione, gli vale meglio di niente, disse papà Tim, ma come lo dissi sempre a Grazia ed a mia moglie, questo non è lo strumento che conviene alla chiesa, egli non ha quella solennità che abbisogna.

— Solennità! disse James; è secondo la maniera che s’adopera.