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perbo fiore? Guarda quante gemme! Ma ora che vi penso ove potremo noi collocare questo vaso?„
E Maria si pose a correre qua e là per la stanza, ponendo il suo rosajo ora in un cantuccio, ora in un altro; poi ritraevasi indietro per ammirarne l’effetto. Ma la madre pose fine a quelle evoluzioni, facendole os servare che il rosajo non poteva conservare la sua vaghezza se non fosse esposto ai raggi del sole.
“Sì, sì, disse Maria. Adunque lo riporremo sul nostro tavolino affatto nuovo. Oh quanto sono contento d’essermi acquistato questo mobile! la nostra rosa vi apparirà come in trono ancor più bella.„
E mamma Stefens, deponendo il suo lavoro, tagliò un vecchio giornale in modo che parte servisse a levare il contatto del vaso coll’elegante tavolino, e parte ne lo avvilupasse vagamente.
“Così, disse Maria, seguendo con attenzione tutti i particolari di quell’opra; ma no, da questo lato non si scorgono tutte le gemme che sbucciano. Un po’ più da questo lato..., ancora un poco... Così va bene.„ Ed allora Maria prese ad aggirarsi attorno al rosajo per ammirarlo in tutte le sue posizioni, e guidò la madre da dove appariva meglio in tutta la sua pompa. “Che bel cuore ha la signora Fiorenza! disse la giovinetta seguitando ad assaporare la sua gioia infantile; quanta bontà d’averci fatto dono di questo rosajo! Non si rimase contenta d’averci regalato tante cose! Ma il più bel regalo è questo, perchè è sicuro indizio che ha pensato a noi, e ben comprendeva di quanta gioja ci sarebbe stato un tal dono. Quanti pochi, non è vero o mamma, sanno agire in tal maniera?„