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goso, un fiore come questo non mi procurerebbe un’inesprimile gioja.

— Puh! Fiorenza, tutto sentimento! I poverelli non hanno tempo di pensare al sentimento. Inoltre io non credo che possa svilupparsi in essi. Il sentimento è un fiore di serra, uso a vivere in atmosfera dolce e pura.

— Oh! riguardo a ciò! un fiore non si cura mai se il suo proprietario sia ricco o povero. E mamma Stephens, checchè le possa mancare, ha il sorgere del sole, e di tal qualità quanto quello che viene a rallegrar le nostre finestre. Le più belle cose che Dio ha creato sono doni universali. Vedrai che la mia bella rosa, fiorirà tanto bene, ed avrà così splendido aspetto nella camera di Stephens come nella nostra.

— Ebbene ciò che hai in animo di fare è ben singolare. Quando si regala alla povera gente, si dà loro qualche cosa di utile come un cesto di patate, un prosciutto ed altre cose di simil natura.

— Certo è bene regalar lardo e pomi di terra, ma dopo aver provveduto ai più pressanti bisogni, perchè non aggiungervi qualche cosa di aggradevole, se ci è possibile il farlo? Io so che vi sono molti poveri che nutrono in sè il sentimento ed il gusto del bello, ma queste qualità inanate irruginiscono e muojono perchè non hanno campo ad esercitarle. Perchè mai ci è dato soventi volte di vedere il giranio, o la rosa tenuti con gran cura in un vecchio vaso spezzato appartenente alle genti più povere? Non sono esempi questi, che ci mostran chiaro che l’umano cuore aspira al bello in qualunque classe della società? Non ricordi più, Kate, come la nostra bucandaja, passò tutta una notte, dopo