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sesso della direzione delle domestiche faccende, tutto cammino in buon ordine, e tutto all’intorno a noi assunse un’aria di eleganza, e di proprietà che ci in cantava. Ma ahimè! quel periodo avventurato fu tosto interrotto. Cominciai a sospettare d’un bello ed appariscente giovinotto, che ogni sabbato a sera s’introduceva nella cucina, e già stava per chiederne conto a Maria, quand’ella medesima venne a dirmi, con aria mezzo ridente, e mezzo imbarazzata che le era mestieri abbandonarci fra quindici giorni “Perchè, Maria, le dissi un po’ corucciata, non state bene qui presso di noi?

— Oh! sì signora.

— Allora perchè abbandonare la casa nostra per un’altra?

— Io non entro in un’altra casa.

— Volete forse accudire ad un’altra professione?

— No, signora.

— Adunque che cosa avete in animo di fare?

— Ho pensato di metter casa, io stessa, signora, disse ridendo e confusa ad un tempo.

— Oh! oh! diss’io, benissimo.

Ed allora, in capo a due settimane io perdetti la più amabile persona al mondo. Pace alla sua memoria!

Dal giorno della partenza di quella stella la nomenclatura de’ nostri domestici divenne così poco interessante che io non la cito per formalità. Ebbimo dapprima una vecchia, che ci lasciò a cagione del suo male ai denti; una figlia un po’ leggera che si diede alla fuga, e prese marito: un cuoco che venuto la se-