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si nomina, e la violenta scossa che ne risulta è designata col misterioso nome di lock. Le corde cigolano, gli uomini corrono, e si fanno cuore fra loro col mettere clamoroses grida, e dall’alto del battello si scorgano le teste di tutti gl’inquilini delle coccette superiori. Questa classe elevata si compone sempre de più giovani fra i passaggeri “Che avvenne? Che è stato?„ vola di bocca in bocca, e di presente ciascuna sveglia i parenti e gli amici. Gridasi: Madre mia! zia Anna, svegliatevi! Così è questo sinistro rumore? Oh non è che un lock. — Per carità statevi cheta, dicono in suono gemebondo i passaggeri addormentati nelle coccette inferiori.
— Un lock! sclamano le persone inquiete, sempre intente ad imparar qualche cosa; di grazia che cos’è un lock? — Non sapete, ignoranti, cosa sia un lock? Andate a letto, e lasciateci dormire.
— Ma un lock non mette ad alcun rischio non è vero? ripigliano gl’importuni. — Rischio! sclama una vecchia sorda, grattandosi la testa, che avvi mai? qualche cosa di spezzato?
— No! no!„ grida il partito dell’opposizione su tutte le furie, e che dopo avere spiegato alle vecchi di giù, ed alle giovani di su, l’esatto e filosofico significato del lock, son d’opinione che nulla avvi di meglio del sonno, quando si prova una prepotente necessità di dormire. In capo a qualche minuto la conversazione di nuovo si arresta, tutto ridivien calmo, e non si ode che il calpestio de’ cavalli, ed il gorgolio dell’onda solcata dal naviglio il sonno vi piglia. Vi addormentate e sognate, quando di botto, vi risveglia il grido —