Pagina:Stowe - Il fiore di maggio, 1853.djvu/228


221

gui esse pure, come sopra fu detto; quella signora volle farsi issare su una coccetta in alto; ma alle vivo istanze della signora, che in tal modo sarebbe rimasta la sua vicina disotto rispose con una bonarietà affatto naturale che un posto od un altro erale ugualmente convenevole, ed accettò graziosamente lo scambio di posto con quella signora, che avea momentaneamente sentito tanto terrore.

I passaggeri sono frattanto allogati per la notte; ma rimane un’ultima lotta. Chi vuol levarsi il cappello, chi ricerca il mantello, lo scialle, chi desidera frugare nel sacco da notte; e ciò si fe, e si vuol fare con tanta smania e precipitazione, che non si viene a capo di nulla.

“Signora! voi mi pestate i piedi dice taluno. Volete farvi più in là, o signora, dice un’altro, spalancando la bocca per respirare, e dimenandosi. — Veramente sarei contento, d’andarmene innanzi; ma non ne veggo il mezzo. — Ragazza! grida una signora in mezzo d’un mucchio di sacchi da notte e d’una truppa di bimbi. — Signora, risponde la povera fantesca, che trovasi in altro punto assediata. — Dov’è il mio mantello? — Lo troverei se potessi muovermi. — Ragazza, il mio cesto è smarrito. — Ehi la mia borsa da viaggio!„ Alla fine i passaggeri vengono a capo delle loro piccole miserie. I ragazzini si sono addormentati, ed anche quella martire, la ragazza di servizio, va in cerca di qualche angolo per prender sonno. Voi pure incominciate dopo tante fatiche, e tante vicissitudini della sera ad addormentarvi, allorchè bumh! il battello urta contro un oggetto qualunque, che non