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piacenza, senza fare attenzione agli sguardi poco caritatevoli, che la società lanciava su di loro.

Silenzio! l’azione assorbe tutto; una valanga, un rovescio, un diluvio di persone d’ogni forma, d’ogni sesso, d’ogni età, — uomini, donne, nutrici e bimbi, si precipitarono d’un tratto sul battello. Ogni movimento divenne quasi impossibile pei passeggeri. Tutte le figure si accigliano. Da molti punti del battello si innalzano grida lievemente articolate “Siam soffocati! Dobbiamo morire d’asfissia!„ Eppure, sebbene il battello non si allunghi, nè si allarghi, ognuno vive ognuno sopporta l’incomodo, ad onta di reiterate proteste.

In questo mentre, i ragazzi incominciano a sentirsi bisogno di dormire. E varii piccoli duetti, o terzetti interessanti s’intuonano qua e là. “Mamma io sono stanco,„ grida un fanciullo. “Dov’è la veste da notte del ragazzo?„ chiede una nutrice. “Pigliatevi Pietro sui ginocchi affinchè se ne stia quieto. Date loro qualche biscotto per indurli a tacere.„ Tai detti rotti dalle grida di bamboli, grida messe con spirito, come dice il solfeggio, è piacevolmente variate da diverse fioriture ed arpeggi suggeriti dalla natura. I sospiri delle desolati madri hanno la loro parte in questo concerto improvvisato: sembra loro che la fine del mondo sia vicina: ed i giovani sembrano grandemente attristati, meravigliandosi che “sianvi donne che possono viaggiare con dei ragazzi.„

La scena si muta. Tutta la carovana è spinta nella sala, perchè vi sia mezzo d’acconciare i letti; si stendono le tende rosse, e si dà mano ai misteriosi apparecchi della notte. Alla fine s’annuncia che tutto è