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sè che vi sieno delle persone d’un’indiscrezione e d’una esigenza incredibile.
Un garzoncello traversa un campo di biade. S’avvicina a papà Tim e gli dice:
— Mio padre mi manda a voi pregandovi se potete prestargli per quest’oggi la vostra zappa.
— Perchè tuo padre non si serve della sua di zappa?
— La nostra è rotta.
— Rotta? Che diancine ha fatto per romperla?
— Son io che la ruppi, jeri, tentando di colpire con essa uno scojattolo.
— Perchè dare un colpo di zappa ad uno scojattolo?
— Ma mio padre ha bisogno della vostra.
— Perchè tuo padre non l’ha fatta accomodare? è una vera peste, questa gente che ad ogni tratto vi chiede a prestito i vostri utensili.
— Ebbene andrò da un altro a farmela imprestare.
E con queste parole, il garzonetto prende a correre attraverso il campo, e, come stava per passare la siepe, papà Tim gli grida:
— Oh! oh! birbantaccio, torna qua. Dove vai ora senza la zappa?
— Non sapeva che aveste voluto prestarmela.
— Ma non mi son mai rifiutato di prestartela. Ho io forse detto questo? Eccola, prendi ma no, voglio portarla io stesso a tuo padre, e gli dirai frattanto di non lasciarti altra volta cacciar gli scojattoli colla sua zappa.
La famiglia di papà Tim componevasi di mamma Sally sua moglie, d’un figlio e d’una figlia. Il primo, al principiar di questa istoria, compiva i suoi studi in