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GUGLIELMO E MARIA.



L’eroina del nostro racconto abitava, in un villaggio della Nuova Inghilterra, una casa in mattoni rossastri e d’aspetto imponente. Godeva di tutte le agiatezze della vita suo padre, diacono della chiesa, possedeva greggi, buoi, e ricchezze in abbondanza, fino al superfluo, e dominii in cui tutto era indizio di grandezza e di opulenza. La casa sorgeva quasi nascosta in mezzo una foresta di pomi, coronati di fiori in primavera, carichi di frutta in autunno, e là appresso il giardino, chiuso da una palizzata tinta in vermiglio, rallegrava gli occhi colle sue magnificienze. Vedevansi nella tarda stagione, delle zucche che parevano contendersi lo spazio per spiegare tutta la pompa de’ loro frutti dorati; delle mela, con dovizia di colori, vi lussureggiavano con tanto splendore come sole vespertino quando volge maestosamente al tramonto, dopo essersi tuffato in un frotto di nugole: dei citriuoli, già venuti a maturanza, e riserbati per trarne il seme, vi gustavano le delizie della vita contemplativa; e delle panocchie