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Dopo aver, per qualche mese, sparso sulla nostra casa la dolcezza di sua presenza, dovette abbandonarci. Ma pregò la madre mia, a cedermi a lei per suo compagno. Lascio pensare qual fosse lo stupore di tutta la famiglia. Che poteva adunque amare la zia Mary in Enrico il malaccorto?... Ah se ella m’amava, non era certo perchè vi fosse una ragione; era semplicemente perchè mi amava.

Da quell’ora la mia vita si passò al suo fianco. Ella operò sull’indole mia i miracoli che un buon genio ha solo il dono e la potenza di produrre. Calmò il mio cuore; diresse la mia mente, e sviluppò il mio spirito in una parola ella mi crebbe, non colla forza ed il rigore, ma come il benefico raggio di sole anima e nutre i fiori, per guidarmi ad una vita perfetta e soddisfacente — e quando tutto ciò che in lei era caduco abbandonò questo mondo, le sue parole e le sue azioni improntate d’un’inalterabile amore, spandono ancora attorno alla sua memoria un dolce chiarore, che si confonde col limpido azzurro del cielo!