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si fosse voluto inferire che quell’uomo eccellente avesse in sè nulla d’amabile, si sarebbe colto in grave errore. Sovente la neve agghiacciata copre zolle verdeggianti; e sebbene il carattere di mio zio non possa essere precisamente paragonato ai fiori de’ nostri giardini, non era meno fecondo di sani e salutari pensieri.

Il degno parente è vero, rideva di rado, e non scherzava giammai: ma nessuno ha mai stimato più seriamente e con maggior franchezza il merito d’un bel scherzo. Nell’ascoltare un detto spiritoso, il suo viso si rischiarava lentamente coll’espressione di solenne soddisfazione: mentre il suo sguardo si volgeva all’autore, lasciando intravedere la sua muta ammirazione e lo stupore che cosa sì bella avesse potuto nascere dalla mente d’un uomo.

Aveva per le arti belle un gusto assai deciso e lo dava a dividere contemplando con assai diletto le figure della sua bibbia di famiglia, i cui originali, per fermo, non esistevano nè in cielo, nè in terra ně agli inferi. Coltivava anche la musica, con tanta assiduità, che ti avrebbe cantato il libro delle preghiere in una sola seduta, senza il menomo disagio, anche battendone il tempo, come il battaiuolo d’un mulino a vento.

La sua mano era liberale, ma la sua generosità era rattenuta da una regola del tre. Si comportava col suo prossimo proprio come bramava d’essere trattato egli stesso. Era molto sinceramente attaccato a molte cose di questo mondo. Amava assai il Signore, ma più l’onorava, e lo temeva. Era esatto cogli altri, più esatto con sè stesso, e sperava trovare Domeneddio più esatto di tutti.