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ti, e tristamente conosciuto sotto il nome di giusto mezzo.

È un grave errore quello d’applicare esclusivamente il nome di intemperanza a quel grado di fisica sregolatezza che ci priva per intiero dell’uso della ragione. L’intemperanza è costituita dapprima da quello stato di nervoso eccitamento, che nasce da ciò che frequenti volte è dello stimolante moderato, e che ne è precursore. Quello stato di transazione è nunzio fedele, sintomo infallibile della caduta, per legge fatale e necessaria. Ogni flagello ha il suo nunzio. È di tal maniera che destasi sovente la passione del giuoco e della sfrenata speculazione, dagli stimoli contagiosi di un sistema di soverchio eccitato. È di tal maniera, che per giungere più presto alla fortuna, troppo impazienti di seguitare le vie oneste e regolari degli affari, e di limitarci alle leggi di una solida prosperità, conquistata col lento correre degli anni, gli uomini, la cui immaginazione viva e vagabonda cedette a tale eccitamento preparatorio, non tardano a provare tutti i pericoli correndo l’alternativa o di grandi risorse, da una parte, o d’una completa rovina dall’altra. E quando, ciò che spesso interviene, questa rovina piomba addosso senza risorse, senza speranze, è ancora all’intemperanza che fanno capo per sottrarsi alle funeste ispirazioni del disinganno e della disperazione.

Così Edoardo impaziente di giungere ad un tratto a grandi fortune, aveva sottratti i suoi fondi dagli affari regolari dell’industria e del commercio, per perigliarli in una speculazione, brillante in apparenza, e che aveva fatte girare teste molto più solide della sua. Veggendo