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stimoli nervosi prodotti del vino; era pure in casa dell’uomo delicato che rifuggiva dai mesti soggetti che Edoardo era stato accolto membro del club gastronomico; club che poco stante, erasi innocentemente tramutati in bettola. Onta a voi dunque, uomini sobri, regolati e discreti, il cui temperamento, libero di sè, non usciva mai dai limiti dell’onesto, onta a voi se prestando facile orecchio a criminose suggestioni, vi lasciate strascinare verso l’abisso dell’avvilimento morale. Nel dì della caduta, il sollazzevole compagno non vi sarà presto a prevenirvi sporgendovi la mano: il sollazzevole compagno si sarà dileguato come fantasima.

Era una fredda sera d’inverno; stormiva il vento in mesto suono traverso la chiusa impennata della sala, ove Augusta se ne stava seduta. A lei d’intorno ogni cosa annunziava il lusso e l’eleganza; splendidi libri, magnifiche incisioni eran sparsi în ogni lato della sala; vasi traboccanti di fiori peregrini mandavano graditi olezzi, e specchi giganteschi raddoppiavano tutti gli oggetti. Là tutto spirava opulenza e quiete; si sarebbe un’istante pensato, che tutta la felicità della terra potesse essere accolta colà. Ma in luogo della felicità, non scorgevasi che una donna inquieta, agitata e mesta.

Scoccò mezzanotte alla pendola. Più inquieta, più agitata, più trista ancora all’udire quell’ora lugubre cavò di seno il suo orologio a ripetizione adorno di diamanti, e lo contemplò in atto di mestizia. Sospirava pensando alle sere deliziose passate con Edoardo. Mentre che quello sguardo iva errando sui libri, insieme meditati, sul piano, sull’arpa allora mesti e si-