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Allora Lodi Pompeja fu ascritta alla tribù Pupinia o Popinia1, tribù rustica che prese nome dalle terre di Pupinio nel Lazio intorno al Tevere. Scrive Valerio Massimo ch’era tenuta in onore, perchè, quelli stessi molto ricchi chiamati dall’aratro al consolato, abitavano per agio l’agro Pupiniano2.

In quel tempo ebbevi un nuovo ordine di cose, e la città ridotta libera cogli eguali diritti degli stessi cittadini di Roma, prese uri governo conformato interamente su quello di Roma. Duumviri in luogo di Consoli, Decurioni per Senato, Edili, Prefetti d’arti, e l’altre cariche convenienti, nominate a tempo dal popolo radunato in assemblea.

Quindi nella città il foro, la curia, la pubblica scuola, la religione, la coltura, la lingua, la toga, per la quale i Traspadani furono compresi nella Gallia detta Togata. In ogni cosa vollero riprodotta l’immagine di Roma.

Per questo nuovo stato i nostri sperarono di risorgere a nuovo splendore, e risorsero in fatti, e diedero conoscere ai Romani che la rozzezza e barbarie gallica non era poi quale l’avevano predicata. Già da tempo indietro avevano incominciato a divenir buoni e ad essere accarezzati, onde Cicerone3 a suo tempo non potè tacere «della costanza,

  1. Quasi tutte le lapidi trovate a Lodi e nel Lodigiano segnano la tribù Pupinia. E l’altre iscrizioni di diversa tribù, come dell’Offentina, della Fabia, ec, che sono tra noi, non portano punto che i Lodigiani anche a queste tribù appartenessero, come credono Defendente Lodi ed altri. I Milanesi, ascritti airoffentina, posero lapidi ed are votive al tempio d’Ercole, che fu nel Lodigiano siuTAdda, ed il nostro Pontano ne trasportò non poche da Padova e d’altri luoghi. Quindi non tutte le iscrizioni e sassi antichi in Lodi sono Lodigiani, e solo per le dette ragioni ve n’ha alcuna di diversa tribù.
  2. Lib. IV, cap. 4.
  3. Filippica III, 6.