Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 161 — |
III.
PRIMA COLTIVAZIONE.
1.° Aspetto primitivo del Lodigiano, — Quando degli uomini per necessità di vita, o discesi dei monti, o spinti in su delle correnti cercandosi nuove terre, s’incontrarono in questo nostro suolo, ei lo trovavano certamente in strana foggia disposto.
Depositato dalla prepolente innondazione che di sopra dicemmo, abbandonato dalle acque, così naturalmente secondo che da per sè presero una via qualunque, doveva avere bensì quella sua dolce pendenza da settentrione a mezzodì, non piana gran fatto però, che a tanto venne ridotta ad arte, ma sensibilmente ondulata, come alcun poco è tuttogiorno, ed ingombra di notevoli rialzi, onde ne vennero quelle terre che si chiamano Dossi e Ronchi. Questi e le costiere dei fiumi per essere più alle dell’interna pianura erano le parli più asciutte. Nei luoghi depressi erano pantani, paludi ed anche laghi, e si può ritenere che esistessero dove sono le terre denominate, Guado Gorra, Gorgo, Cantarana Ranera, Cadell’acquaìì, Cassina del Lago, Paullo, Boàrio, Regona e similmente; che perciò alcun terreno sorgesse a guisa d’isola, onde Isola Muzzana, Isola Balba, ecc.
Dalle quali stagnanti si formarono delle ben grosse correnti, come il Sìlero che prendendo suo corso nelle vicinanze di Mulazzano, e passando da Lodi-Vecchio e Borghetto con orma ben profonda di sua antica potenza,