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Storia di una Capinera |
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già ha stretto amicizia con Vigilante. Giuditta ed Annetta ad ogni passo restavano impigliate per le loro lunghe vesti a qualche sterpo; ma io no, ti assicuro! io corro, saltello, ma non inciampo mai, nè le siepi lasciano i segni sulla mia tonaca. Il signor Nino mi veniva appresso, mi raccomandava di badare che non cadessi, temeva per me, poverino. Se non fosse per la vergogna, quasi quasi lo sfiderei a correre, quel signorino! Giuditta si lamentava ad ogni momento di sentirsi stanca. Che donne son quelle, Marianna? non sanno fare dieci passi senza aver bisogno del braccio di un uomo, e senza lasciare qualche brandello della veste ad ogni cespuglio! Benedetta la mia tonaca! Il signor Nino mi ha offerto venti volte il braccio, come se ne avessi bisogno, io! l’avrà fatto apposta per farmi arrabbiare! Perchè dunque non l’ha offerto a mia sorella che si lagnava della salita e che ne aveva bisogno lei? non io!