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Storia di una capinera |
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chè mi risveglia il cinguettìo degli uccelletti che si disputano le miche di pane che io lascio apposta per loro sul davanzale della finestra, il mio primo pensiero si è la contentezza di trovarmi in mezzo alla mia famiglia, accanto al mio babbo, al mio fratellino, a Giuditta, che mi abbracceranno e mi daranno il buon giorno; che io non avrò uffizi da recitare, nè meditazioni da fare, nè silenzi da serbare; che io aprirò la mia finestra, appena salterò giù dal letto onde far entrare quell’aria imbalsamata, quel raggio di sole, quello stormire di fronde, quel canto di uccelli: che io uscirò sola, quando vorrò, a correre e saltellare ove meglio mi piacerà, che non incontrerò volti austeri, nè tonache nere, nè corridoi oscuri.... Marianna! ti confesso all’orecchio un gran peccataccio!... Se mi facessero una bella vestina color caffè! senza crinolina, veh! Oh! questo poi no!... Ma una vestina che