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Storia di una Capinera | 193 |
C’era anche mia matrigna che ci proibiva il dolce sfogo del pianto sotto pretesto che mi facesse male. Fra tutte queste cose fredde, dure, ingrate, le sbarre dell’inferriata erano le meno repulsive.
Come scorsero in un lampo le due ore che mi fu concesso rimanere al parlatorio! Finalmente tutte quelle care persone che son parte di me dovettero lasciarmi. Le accompagnai cogli occhi fino alla porta; ma allorchè furono per oltrepassare la soglia, il cuore non mi resse, mi parve di smarrire il senno; chiamai il babbo ad alta voce, quasi fuori di me, come se non dovessi rivederlo mai più; cercavo un pretesto per trattenerlo ancora pochi minuti e non seppi dir nulla, e scoppiai in lagrime. Piangevano tutti e nessuno poteva trovare una sola parola. Il babbo mi promise che sarebbe ritornato il giorno dopo. Questa volta partì davvero, e il rumore della porta che si chiudeva me