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174 Storia di una Capinera

ai miei parenti, con quel bel sole, quell’aria, quei volti amati.... E quando il mio cuore ha maggior bisogno di affetto e di conforto, non si vede attorno che i visi delle infermiere, rese impassibili dall’abitudine di veder soffrire. Anche il raggio che attraversa la finestra è pallido, scolorito, malaticcio. La primavera è passata ridendo sulla terra senza mandare un solo dei suoi colori festosi su quest’angolo derelitto di pene e di miserie.

Ieri una farfalletta tutta bianca venne svolazzando a posarsi fin sui vetri della finestra. Tu, benedetta dal Signore, che vedi il sole, che respiri l’aria libera a pieni polmoni, non puoi farti un’idea di quel senso di tenerezza che può recare la vista di una farfalla, il profumo di un fiore, all’anima di un’inferma! Mi pareva che tutto il lieto corteggio della primavera, il venticello profumato, il verde dei prati, il canto mattutino dell’allodola aleg-