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Storia di una Capinera 173

dendo gli occhi e sognando il passato. Ho sofferto assai, ma il Signore non mi ha abbandonato. Mi hanno trasportata all’infermeria, e questo è stato un gran dolore. Almeno nella mia celletta ci avevo tante memorie che sebbene dolorose tuttavia mi erano care; ma qui mi sembra che tutto sia lugubre, che ogni inferma vi abbia lasciato lo spettro delle sue sofferenze. Chi sa quante monache son morte qui?... forse in questo stesso mio letto!... E quando, nelle lunghe notti insonni in cui la febbre più mi travaglia, io faccio coteste riflessioni, provo un ribrezzo invincibile, e veggo i fantasmi avvolti nel velo nero strisciare lievemente sulle pareti facendo vacillare il debole lume della lampada dal corridoio.... ed ho paura, e nascondo il capo sotto i lenzuoli. Piango da mane a sera ricordandomi di quel caro stanzino di Monte Ilice, le cui pareti mi conoscevano e mi sorridevano, accanto