Pagina:Storia di una Capinera (1894).djvu/172

158 Storia di una Capinera

Domenica, 29 Marzo, mezzanotte.


Marianna mia, ti scrivo dalla mia cella, di notte, temendo che il mio lumicino venga scoperto attraverso la cortina, e che mi sia tolto anche il meschino conforto di aprirti tutta l’anima mia. Che giornata è stata questa per me, Marianna! Non cesserò dunque mai di soffrire?

Son sola, tremante di freddo; tutto è silenzio; non si ode che il pendolo dell’orologio come il passo di uno spettro che passeggi pei vasti corridoi oscuri. Sono stata tutto il giorno nel coro a pregare, a piangere al cospetto di Dio. Ora