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Storia di una Capinera 147

fatto nascere povera, che non ti ha confitto nel cuore questa spina, che non ti ha fatta debole, isterica, nervosa, malaticcia.

Solo quando questa materia si dissolverà io non soffrirò più. Ecco perchè vorrei staccarmi dal mondo che mi afferra ostinatamente, ed alzo gli occhi e le braccia supplichevoli verso il cielo....

Ora che son ritornata presso la mia buona Filomena, che ha pietà delle mie pene e mi procura il conforto di scriverti e di ricevere le tue lettere, ti scriverò qualche altra volta prima di profferire i voti solenni. Tu verrai alla cerimonia, non è vero?

Voglio dire addio a tutti coloro che mi son cari attraverso quella gelosia, tra il fumo degli incensi e il suono dell’organo. Voglio che tutti quei volti amici mi confortino nell’arduo passo, perchè il mio povero cuore è debole; ho bisogno di