Pagina:Storia di una Capinera (1894).djvu/160

146 Storia di una Capinera


Quante volte, pregando il Signore che mi tolga da cotesta croce, non ho abbassato gli occhi verso la chiesa per vedere se egli fosse là, per cercarlo tra la folla! e la preghiera è spirata sulle mie labbra!... e il mio pensiero si è arrestato su di lui!... a vaneggiare, a sognare di correre pei campi, di ascoltare quel passo, quel colpo bussato alla finestra, e a guardare quelle stelle, e toccare quella mano accarezzando la testa di quel bracco e sentirmi alle orecchie quel nome: Maria! come se venisse dal cielo!....

Oh Dio mio, son fragile, son debolissima.... ma lotto, mi difendo.... Non ci ho colpa, Dio mio!... È più forte di me, della mia volontà, del mio rimorso, della mia fede.

Tu mi scrivi che sei felice, che sei contenta anche fuori del convento. Ringrazia il buon Dio, Marianna mia, che ti ha serbato la mamma, che non ti ha