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132 | Storia di una Capinera |
del castagno e si è messo a pigolare anche lui.
Siamo partiti a piedi; in fondo alla valle ci aspettavano gli asinelli per andare sino a Trecastagne, poichè tu sai che su questi monti non si può venire che a cavallo. Di tratto in tratto ci volgevamo a guardare un’ultima volta quei luoghi che abbandonavamo. Allo svoltar del viottolo, laggiù nella valle, siam passati vicino a quella casetta.... Il cuore non mi reggeva a guardarla, eppure le menome particolarità di essa mi son rimaste scolpite in mente. La finestra di lui ha le imposte verdi e un vetro è rotto; sul davanzale c’è un segno di umidità al posto dov’era il vaso di gelsomini; il vento ha strappato i tralci della vite che si stendevano sulla porta e li ha gettati a terra; sulla spianata, dinanzi alla porta, ci son ancora dei vetri rotti e alcuni brani di lettere e di giornali fradici dalla pioggia che il vento