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Storia di una Capinera |
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siuolo piange.... Me ne sto delle ore intiere colle mani incrociate sulle ginocchia a guardare attraverso i vetri della finestra quei grossi nuvoloni bigi che corrono verso il ponente, e le cime di questi alberi che si agitano lentamente e scuotono le loro foglie morte. È l’inverno della natura che sopraggiunge, com’è sopraggiunto l’inverno dell’anima! Il mio Carino è fuggito, poverino! l’ho trascurato tanto! ed è andato a recare altrove la sua allegria e il suo vispo cinguettare, perchè l’atmosfera in cui vivo è malinconica assai. Vigilante solo viene di tanto in tanto a cercarmi, mi domanda un sorriso, vuole le mie carezze, si avanza pian pianino, come esitante, domandandomi coi suoi begli occhi se è indiscreto, poi si arresta indeciso, e dimena la coda, e si lecca il muso, tutte cose che vogliono dire: — Perdonami la mia insistenza; — e viene a po-