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100 | Storia di una Capinera |
cevano male; verso sera chiamai mia sorella, avevo bisogno di vederla, di essere confortata. Anche il mio caro babbo mi pareva più serio del solito. Giuditta venne infine, ma mi sembrò assai fredda. Mi gettai nelle sue braccia, e mi parve che quel pianto che mi faceva tanto bene l’irritasse.
Ora son sola. Mi pare che tutti mi fuggano; sono odiosa a me stessa. Hanno ragione, sono molto colpevole! Dio solo può perdonarmi: Dio verso di cui ho peccato amando una sua creatura, assai più di Lui.... Agucchio, agucchio, gli intieri giorni presso la finestra di cui le tende sono accuratamente chiuse, e piango quando ho la felicità di non essere veduta e di potermi sfogare.... e gli occhi mi abbruciano.... Il cielo è nuvoloso; i campi sono desolati; il mormorio del bosco mi fa paura; gli uccelli non cantano più.... soltanto qualche volta, laggiù, l’as-