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90 | libro primo |
1829 dal marchese Agostino Lascaris di Venlimiglia, vice presidente della Camera d’Agricoltura e di Commercio.
Nel teatro degli Stati del duca di Savoia, come nell’opera dell’Audiberti già citala (Regiae Villae), il Valentino compare con due corpi laterali, assai più lunghi di quel di mezzo che solo ora si vede, terminati da due padiglioni. Un muro elegante a pilastri e balaustre regge la sponda del Po: si ha l’accesso per due scale eleganti, in mezzo alle quali s’apre una grotta, in cui si vede la statua di un fiume che gitta acqua. Ai due lati sono nicchie con statue. Di tutto ciò non appar più reliquia, e solo nel sito designato per la grotta e una fontana d’acqua eccellente; non so se le due ali del castello e gli edifizi accessorii siensi mai eseguiti; ma trovo che il 14 d’aprile del 1714 un vento fierissimo e freddissimo abbattè un padiglione del Valentino, e precisamente quello che era verso il parco, o giardino nobile.15
Nel sito che dovea occupar l’ala sinistra del castello v’è il bello e copioso orto botanico. Dal lato opposto è il luogo in cui si esercita l’antichissima in Torino, e teste rinnovata società del Tiro.
Passando ora a parlar delle chiese edificate nella pianura torinese, dopo Emmanuele Filiberto, accennerò in primo luogo la Crocetta posta a breve distanza da Torino tra ponente e mezzodì. Maddalena