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capo quinto | 87 |
casamenti situati sulle rive del Po in faccia a San Vito, è antico molto. Nel secolo xvi, v’avea casa e podere il presidente Renato Birago, da cui lo comprava Emmanuele Filiberto nel 1564.8 Dimesso l’anno seguente a Giovanni de Brosses, tesoriere della duchessa, lo riscattava dodici anni dopo.9 Ma il castello che ora si vede è frutto della munificenza di Madama Reale, Maria Cristina. Fin dal 1633 ne fu cominciata la fabbrica, e così regnando Vittorio Amedeo i, marito di lei.10 Sopra intendeva ai lavori con titolo di governatore Antonio Bobba. Vi lavoravano operai parte francesi, parte delle valli di Lanzo. Non trovo chi sia stato l’autor del disegno, e forse, essendo costruzione di stile affatto oltramontano, massime nell’acuto culminar dei tetti, Maria Cristina l’ebbe di Francia: seppure l’architetto Conte Carlo di Castellamonte, che vedo aver diretta l’opera, non seppe piegare il proprio ingegno alle inclinazioni di quella principessa.
Nel 1638 già vi dimorava la corte, la quale vi si era trasferita per festeggiare la nascita del delfino, quando un male di pochi giorni estinse il picciolo duca Francesco Giacinto; morì di febbre continua il 3 d’ottobre a ore dieci di notte.
Secondo le superstizioni di quell’età, non isvanitc del tutto all’età nostra, quella morte si disse pronunziata dalla caduta d’una saliera a tavola e dall’apparire d’una cometa caudata. Il fatto è che