Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
86 | libro primo |
Il qual ultimo e bellissimo verso ha trovato allora e poi sempre molte altre applicazioni per mercè dei nostri principi che tolsero ad onorar il merito in qualunque grado lo rinvenissero, come vera nobiltà, e nobiltà che procede direttamente da Dio.
In quanto al Truchi, dopo la fortuna della fè e del core che rammenta l’Arnaldo, un’altra seppe ammassarne in iscudi d’oro fiammanti, perchè, oltre alla villa di cui abbiamo parlato, e della quale sono da vedersi nell’opera di Audiberti il prospetto e le lodi, innalzò pure lo stupendo palazzo in via di S. Carlo che rimase fino ai nostri giorni ne’ suoi discendenti conti di Levaldigi, ed ora appartiene alla maestà di Marianna Carolina di Savoia, Imperatrice d’Austria. La prima pietra d’esso palazzo fu posta il 13 di giugno 1673.7 Distinguesi il medesimo per la singolarità dello aprirsi l’entrata principale nell’angolo reciso del nord-ovest che serve di facciata, e per gli stupendi e troppo ingiustamente negletti intagli in legno della porta. Ne fu architetto il conte Amedeo di Castellamonte, figliuolo del conte Carlo, che fu anche egli architetto dei duchi di Savoia; ma vinse la fama del padre colle stupende fabbriche architettate, e massime colle delizie della Veneria, che poi descrisse in un libro mandato alle stampe e che di rado trovasi, com’io lo posseggo, col compiuto corredo di tutte le incisioni che vi si riferiscono.
Abbiam già detto che il nome di Valentino ai