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capo quinto | 85 |
si vede com’egli era uomo di sembiante bello e maestoso; altro aiuto ai felici successi. Appiè del ritratto leggesi un’epigrafe che dovea suscitargli molti nemici:
Vere oculus regni cor regis Truchius hic est. Nestor ut ingenio, utinam sit Nestor et annis. |
Dall’altro lato vedesi un Atlante incurvato sotto al
peso del mondo. Ma il globo terracqueo è contrassegnato
della croce sabauda. Appiè di pagina sta
scritto:
Quod tergis gestaris Atlas jam sydera parum est; Sola mente gerit Sabaudum Truchius orbem. |
Allude il poeta all’antica oscurità del Truchi con
questi versi che ritraggono delle ardite fantasie di
quel secolo:
Era perla nascosta il tuo valore, Ma il sovran gioiellier di mezzo all’acque Alzolla, e fe’ che più gentil rinacque, La legò in oro, e se la strinse al cuore. |
Finisce il sonetto così:
Per te, Truchi, il destino è teco innato: |