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capo quinto | 79 |
altrettanti ombrosi viali, per entro ai quali spaziava per lungo tratto e si ricreava lo sguardo. Inestimabile era poi e per mole e per magnificenza il palazzo; ma, sia per le continue guerre, sia per una superstizione di Catterina d’Austria moglie del duca, la fabbrica mai non fu condotta a compimento, e morto Carlo Emmanuele i, Mirafiori fu poco frequentato dai principi di Savoia.
Non ullus ager tam dignus amari
Negligitur nullus tam indigne. |
Così cantava l’Audifredi nell’elegante sua opera intitolata Regiæ Villæ, rammentando a Vittorio Amedeo ii che l’oro e i marmi ornai consumava il tempo; e che senza omaggio di compassione alcuna da ogni lato s’aprivan ruine:
O nemora, o fontes, o gloria nobilis horti
Nata beare oculos regum accubitusque superbos Versicolore ducum cetras ornare paratu, Est modo cum rudibus tua gloria tota bubulcis! |
Di questo canto poetico s’onorava la caduta di Mirafìori che più non risorse. Invece Carlo Emmanuele iii in edificò poi la villa di Stupinigi sui disegni dell’Juvara, e l’orno di pitture del Vanloo e del Vehrlin;